Chiusi, un El Dorado etrusco
Chiusi è un “El Dorado” etrusco tutto da scoprire, offre importanti vestigia medievali, il lago, diversi musei (Nazionale etrusco, della Cattedrale, comunale del Labirinto), tombe e catacombe. Una stratificazione di storia che, ai tempi di Pio II era solo nascosta, un periodo di decadenza, legato all’impaludamento della Chiana e alla malaria. Ma il grande patrimonio del passato non ha fatto fatica ad emergere. Tra l’altro, un labirinto c’è davvero: non è quello del mausoleo Porsenna, piuttosto quello dell’acquedotto etrusco, con un laghetto sotterraneo, sovrastato da una cisterna romana. Riscavato, in parte, dai volontari, oggi si ripercorre per un tratto significativo, incontrando gli arredi di un palazzo, documentazioni sul lago e una sterminata collezione di urne cinerarie con epigrafi, forse la più grande nel suo genere. Il lago è anch’esso un reperto, testimonianza di un immenso bacino paludoso, che esisteva prima della Bonifica, completata solo in età moderna. Persino Leonardo da Vinci ci aveva lavorato, come dimostra il suo disegno della Val di Chiana. L’incarico gli fu affidato da Machiavelli. Oggi si parte dal lago per affrontare il sentiero della Val di Chiana, o si frequentano i ristoranti del posto per assaggiare il brustico: il pesce appena pescato, abbrustolito sul fuoco delle canne del lago.
Approfondimento
Era la più potente tra le dodecapoli dell’Italia centrale. Mustiola, si rifugia qui non a caso: è ancora la più importante città a nord di Roma e, fin dal III secolo, alimenta il culto cristiano. Il prestigio di Chiusi resta anche nell’alto Medioevo: diventa sede di un ducato longobardo e di una diocesi, quindi capoluogo di contea dopo la conquista dei Franchi. Del resto, quando Chiusi era sotto il dominio di Matilde di Canossa, esprimeva figure come quella del giurista Graziano fondatore del diritto canonico, nato intorno al 1080, a quanto sembra, nella vicina Ficulle. Evidentemente, qui c’era una scuola di giuristi importante. L’impaludamento della Chiana ne segnò il repentino declino fino a farne un centro marginale, sottoposto al dominio di Orvieto, poi di Perugia e infine della Repubblica di Siena, dal XIV secolo. Oggi Chiusi torna a recitare un ruolo centrale nella viabilità: la via d’acqua è stata sostituita da autostrada e ferrovia, e sta cominciando a intercettare l’alta velocità. Montallese, lo Scalo e altri piccoli insediamenti (come Macciano, Montevenere, Querce al Pino) completano il quadro di una importante città che ha perso per strada il prestigio di un tempo, ma solo in apparenza. Un grande patrimonio storico e architettonico non poteva rimanere così a lungo nascosto, ed oggi riempie i musei locali ma anche del resto del mondo, oltre alla vista di chi visita Chiusi.